TRIVELLE: IL QUESITO REFERENDARIO e IL NOSTRO TERRITORIO!!!


Tanti si staranno chiedendo: cosa prevede il quesito referendario del 17 aprile?

In poche parole:

1)Riguarda esclusivamente i titoli minerari GIA’ ESISTENTI ENTRO LE 12 MIGLIA DALLA COSTA. In questa fascia il divieto di rilascio di nuovi titoli è stato già vietato dalla Legge di Stabilità per cui il referendum non interviene su questa vicenda, già risolta.

2)Con il referendum, secondo la Cassazione, si chiede di non poter più prorogare i titoli minerari già esistenti entro le 12 miglia.

3)In caso di quorum (26 milioni di votanti minimo in tutto il paese) e vittoria dei Sì, progressivamente, dal giorno del referendum al 2028-2030, le concessioni decadranno e le piattaforme GIÀ ESISTENTI ENTRO LE 12 MIGLIA dovranno essere smantellate, anche in presenza di giacimenti ancora sfruttabili.

E OLTRE LE 12 MIGLIA?

L’attuale quesito referendario non ha alcun effetto oltre le 12 miglia, dove si concentra la maggior parte delle richieste di nuovi titoli. Lì rimarrà il far west attuale.

IN TERRAFERMA?

L’attuale quesito referendario non ha alcun effetto sulla terraferma. Lì vigono le norme entrate in vigore con la Legge di Stabilità che danno maggior potere alle regioni anche se la parola finale spetterà sempre al Consiglio dei Ministri.

Quale è la situazione del nostro territorio?

Attualmente in Regione Lombardia esistono 15 permessi di ricerca, di cui 7 in provincia di Cremona. La Regione Lombardia è la seconda regione italiana con il più alto numero di permessi di ricerca, dopo l’Emilia Romagna.

Sempre in Lombardia esistono 17 siti di coltivazioni di idrocarburi, di cui 6 in provincia di Cremona. Per quanto riguarda i i siti di coltivazioni, la Lombardia è al quarto posto nazionale, dopo l’Emilia, la Basilicata e le Marche.

Per quanto riguarda gli stoccaggi, la Lombardia è al primo posto con cinque siti attivi e altri 4 in fase di progettazione e costruzione. Più del 50% del gas stoccato a livello nazionale è nel sottosuolo lombardo.

Nelle settimane scorse sono state depositate altre due richieste di ricerca idrocarburi in Lombardia.

Cosa possiamo dire?

Un vero e proprio texas padano.


La battaglia referendaria diventa fondamentale per demolire un pezzo di questa strategia energetica basata su trivelle e idrocarburi.

Questa battaglia referendaria diventa fondamentale anche per noi cittadini della Lombardia.

Per questo in ogni caso, dal giorno dopo del Referendum, rimarrà in piedi la totalità dei problemi riguardanti le richieste di nuovi titoli minerari fuori le 12 miglia e in terraferma. Per questo occorre lavorare alla cosiddetta “OPZIONE TRIVELLE ZERO” per le nuove concessioni in tutto il territorio, a terra come in mare oltre le 12 miglia, opzione che a nostro avviso deve essere lo sbocco naturale di tutte le varie lotte che si stanno portando avanti in Italia su questo tema contro le dissennate e pasticciate politiche governative in materia energetica.

Chiediamo a tutti di VOTARE Sì AL REFERENDUM DEL 17 APRILE.

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Pubblicato il 23 febbraio 2016 su Ordinario. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.

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